Il cashmere è un tessuto che si presta bene a essere indossato in tutte le occasioni e tutto l’anno. Pare incredibile, ma è semplicemente un dato di fatto, la realtà. È versatile, resistente, bello, morbido come nessun’altro, capace di accostarsi in modo ottimale a qualsiasi altro materiale, dalla seta, alla viscosa, al cotone, al bamboo.
Per mantenere nel tempo intatte le sue qualità, il cashmere ha bisogno di venire conservato al meglio. Una pratica valida specialmente nel cambio stagione che vede il passaggio dal periodo più freddo dell’anno a quello più caldo, in cui il cashmere si trova utilizzato decisamente in minima parte.
Il motivo è semplice: si tratta di un filato capace di riscaldare quando le temperature si fanno piuttosto rigide e riparare all’umidità; non è un tessuto rinfrescante, come ad esempio il lino, e non risulta perciò adatto ai mesi più caldi, in cui i gradi cominciano a salire. Tenete comunque un paio di capi a portata di mano nell’armadio: non si sa mai, oggi, con i mutamenti senza precedenti dovuti al cambiamento climatico. Inoltre, un maglione o un pantalone in cashmere potrà tornarvi comodo nel caso di una vacanza in montagna, ambiente in cui, è noto, le temperature possono subire oscillazioni importanti.
Il punto di partenza: controllare la condizione degli indumenti
I gesti da compiere per la conservazione del cashmere, nel passaggio dall’inverno alla primavera-estate, rappresentano abitudini semplici e assolutamente alla portata di tutti, non difficili da realizzare: piccoli gesti capaci di fare la differenza e di essere per il cashmere una sorta di coccola, simile, almeno nel concetto, a quella che lui dona a noi.
Pertanto, la prima cosa da fare, quando si effettua il cambio stagione, è quella di assicurarsi che gli indumenti si trovino in perfette condizioni. Per quanto riguarda gli articoli che vedono la presenza del cashmere è necessario accertarsi che siano puliti, privi non solo di possibili macchie ma anche di eventuali odori dovuti alla sudorazione.
Utile effettuare un controllo sull’integrità delle parti inerenti ogni punto del filato nonché conseguire una verifica del cosiddetto pilling. Si tratta di un fenomeno che vede la formazione di strati di peluria o lanetta, tipico dei tessuti lanosi. La sua formazione è assolutamente normale, motivo per cui non c’è da preoccuparsi quando si verifica, persino nei capi di alta qualità, come quelli in 100% cashmere di 1stAmerican. L’importante è tenerlo sotto controllo, come tutti gli altri fattori cui abbiamo accennato, così da assicurarsi di riporre gli indumenti nell’armadio del cambio stagione in maniera adeguata e impeccabile.
Effettuare il cambio stagione in maniera ottimale può portare innumerevoli vantaggi, sia per quel che riguarda la resistenza e la durata di ogni capo e tessuto, ma anche per quel che riguarda la praticità. Si avranno già pronti gli articoli destinati all’inverno con la sola necessità di farli arieggiare. L’aria è, infatti, un elemento che piace molto al cashmere, fattore da non sottovalutare.
I materiali e le procedure necessarie per la conservazione del cashmere
Abbiamo visto come la perfetta conservazione di un capo in cashmere non rappresenti un aspetto secondario, anzi, quanto il bilanciamento ideale rispetto a quello che è necessariamente il primo gesto: la scelta del tessuto e di quel preciso articolo, in virtù della sua bellezza e pregevolezza.
Un discorso che vale ancora di più se il tempo di permanenza del cashmere nell’armadio risulta piuttosto importante, qualora il clima fosse particolarmente caldo, ovvero pari a tre mesi o anche più. Cosa che si verifica in molte località del Belpaese, dalle grandi città come Milano o Roma, ai paesi più piccoli presenti in tutto lo Stivale, in cui la temperatura può raggiungere picchi davvero alti.
Pertanto, vi proponiamo un breve elenco, in modo da poter avere sempre un pratico schema a disposizione, per quanto concerne le procedure da effettuare e i materiali di cui disporre.
Le procedure da conseguire per la conservazione del cashmere nel cambio stagione sono:
- Lavaggio.
- Asciugatura.
- Eventuale stiratura (se i due passaggi precedenti sono effettuati ad arte spesso non è necessario).
- Piega.
- Conservazione.
Potete decidere di non eseguire tutti i passaggi, ma solo alcuni, valutando di volta in volta il singolo caso. La stiratura o il lavaggio, ad esempio, non sempre sono indispensabili.
Per la realizzazione delle operazioni che vi abbiamo elencato, i materiali che si rivela necessario avere a disposizione sono:
- Sapone delicato, adatto ai filati in cashmere.
- Teli in cotone. Fondamentale che siano non solo asciutti ma anche puliti.
- Ferro da stiro perfettamente funzionante. Quando il ferro da stiro non è in condizioni ottimali può persino rovinare i capi. L’inconveniente più comune è quello di macchiarli.
- Buste per la conservazione dei capi.
- Carta velina.
- Prodotti antitarme. Ce ne sono diversi 100% naturali, disponibili secondo diverse profumazioni, realizzabili anche in maniera casalinga, come piacevoli operazioni hobbistiche.
Vediamo ora le singole operazioni nel dettaglio!
1) Lavaggio del cashmere
Abbiamo controllato il cashmere, ma vogliamo davvero riporlo al meglio, nell’armadio, dandogli una rinfrescata e rendendolo ancora più pulito. Come vi abbiamo accennato, 1stAmerican mette a disposizione tutte le informazioni necessarie per trattare il cashmere nel modo opportuno, così da lavarlo nel modo adeguato. Le indicazioni che vi forniamo sono sempre valide e generali, ma per ulteriore sicurezza potete consultare quelle specifiche, indicandole, nel caso di un dono, al destinatario, ad esempio stampandole.
Pertanto, il cashmere non teme il contatto con l’acqua, anzi: a certe condizioni, o meglio, alle sue condizioni lo trova gradevole. Si tratta di un tessuto particolarmente vivo e vitale, che presenta una sorta di anima, se così si può dire: ecco perché si trova a suo agio con l’acqua, l’elemento primordiale. Questo a patto che siano rispettate le sue esigenze, tutte nel segno della delicatezza e della regalità, elementi caratteristici del cashmere.
È preferibile lavare i capi in cashmere a mano oppure a secco, meglio ancora se a rovescio. Si tratta di procedure che prevengono eventuali urti, tratto distintivo, invece, dei lavaggi in lavatrice. Meglio riporre il cashmere in una bacinella con acqua abbondante insieme a un detersivo delicato specifico per la lana, così da assicurargli tutto lo spazio necessario. Inoltre, è preferibile lasciarlo a mollo per un tempo inferiore ai cinque minuti e in ogni caso non superiore. È possibile eliminare l’acqua arrotolando delicatamente il capo o tamponando con un asciugamano, così da facilitarne l’asciugatura.
Questa la procedura per effettuare il lavaggio corretto del cashmere, quando necessario per il cambio stagione. Perché sì, se è da un po’ che non utilizzate il vostro maglione o i pantaloni in cashmere, i quali si trovano perfettamente puliti, può bastare semplicemente lasciare arieggiare. La prima cosa da fare è sempre la stessa: valutare all’inizio le condizioni del tessuto, motivo per cui ogni fase può essere intesa come indipendente.
2) Asciugatura
Avete deciso, prima di riporlo nell’armadio, di lavare il vostro bel maglione in cashmere 1stAmerican. Ottima idea, naturalmente. A patto di eseguire ad arte il secondo step: l’asciugatura. Vi diamo una buona notizia: se seguirete i passaggi nel modo corretto potrete con molta probabilità, anzi moltissima, evitarvi la noiosa operazione successiva: quella del passaggio del ferro da stiro.
Partiamo con un errore da evitare: il cashmere non va mai messo nell’asciugatrice. Il motivo? Si tratta di un sistema che ne inficia la sua durata nel tempo, vanificando tutti gli sforzi di conservarlo nel modo adeguato.
Il cashmere va sempre asciugato all’aria. Il modo migliore è quello di stenderlo orizzontalmente su dei teli in cotone, come ad esempio gli asciugamani, i quali è necessario, anzi, indispensabile, si trovino in perfette condizioni sia di asciugatura sia di pulizia, così da restare accostati al cashmere in maniera adeguata.
Il cashmere va steso lontano dalle fonti di calore dirette, come le luci o il riscaldamento (che in questo periodo dovrebbe essere peraltro spento). Non ama il buio, ma nemmeno il calore troppo intenso. La giusta via di mezzo. Stando disteso si trova nelle migliori condizioni per asciugare in perfetta armonia. Rimarrete sorpresi da quanto poco ci mette per asciugarsi. Il cashmere sa essere un amico speciale e, quando ben trattato, persino poco esigente.
3) Stiratura (solo se effettivamente serve)
Se avete eseguito il lavaggio e ancora di più l’asciugatura del cashmere in maniera adeguata non dovreste avere necessità di stirare i capi, una soluzione che potrete comunque realizzare in seguito, con l’arrivo del nuovo autunno inverno.
Le accortezze per stirare il cashmere, pertanto, sono le medesime dei capi più delicati, non dissimili da quelli in seta, quindi. È necessario stirare l’indumento al contrario, meglio ancora se mettendo, tra il tessuto e il ferro, un telo che risulti, proprio come per quelli predisposti per l’asciugatura, perfettamente pulito e asciutto.
Regolate la temperatura in base al programma per i delicati disponibile sul vostro ferro da stiro, assicurandovi in ogni caso che sia bassa. Aiutatevi con le mani, in modo particolare nei punti cruciali quali il collo, le maniche e la balza.
4) Piegatura
Prima di piegare i capi in cashmere è fondamentale assicurarsi che i capi siano perfettamente asciutti, anche in seguito alla procedura di stiratura, la quale non di rado può lasciare residui di umidità o persino ristagni d’acqua. Potete, per sicurezza, indovinate un po’: lasciare arieggiare.
Il modo ottimale per piegare il capo in cashmere è quello di fare una prima piega nel verso della lunghezza, così da ottenere le braccia ben distese. In questo modo si evita la produzione di spiacevoli piegoline, le quali possono compromettere le fasi precedenti, inclusa quello di stiraggio.
Un’altra buona abitudine è quella di inserire della carta velina, tra una piegatura interna e l’altra. Un’accortezza che evita che l’eventuale presenza di umidità esterna possa danneggiare il tessuto. Un piccolo gesto che non va assolutamente sottovalutato.
5) Conservazione nell’armadio
Finalmente il capo è pronto per essere conservato perfettamente nell’armadio, dove potrà restare anche tre mesi, come abbiamo accennato. Si troverà, tuttavia, sempre disponibile in perfette condizioni nel caso di bisogno, ovvero qualora decideste di andare in vacanza in luoghi in cui fa freddo, come la montagna, appunto. Il cashmere potrà stare in valigia in modo pratico, efficace e persino silenzioso, potremmo dire, dal momento che occupa davvero pochissimo spazio, garantendo una sicurezza termica in più.
Vi suggeriamo, per la conservazione negli armadi col cambio stagione, di avere una busta chiusa in cui inserire opportunamente i capi ripiegati. È preferibile adoperare una busta non ermetica, così da consentire la migliore traspirazione del cashmere, un tessuto che ama stare all’aria, come ormai avrete memorizzato, proprio come l’animale a partire dal quale è realizzato: la capra hircus. La soluzione è quella di una busta per ogni capo, naturalmente, in modo da ottimizzare le operazioni realizzate in precedenza, oltre alla traspirazione del tessuto.
L’importanza del giusto prodotto antitarme per la conservazione del cashmere
Essendo il cashmere un filato è meglio aggiungere, nell’armadio o nei cassetti un cui l’indumento viene conservato, dei prodotti antitarme. Le tarme sono degli animali, noti anche come tignole, che appartengono alla famiglia delle Tineidae e sono dei lepidotteri. Le loro larve sono pericolose perché si nutrono di tessuti quali seta, cotone e lana, incluso il cashmere. Amano, inoltre, altre tipologie di sostanze, contenenti cheratina.
Gli antitarme più efficaci sono piuttosto economici; sono disponibili in commercio oppure realizzabili fai-da-te, essendo naturali. Diverse le soluzioni efficaci, con profumazioni variegate e perfettamente compatibili con il cashmere. Un’opzione semplice, veloce nonché efficace, è quella di realizzare dei sacchetti con batuffoli di cotone immersi in olii essenziali a base di alloro, patchouli, arancia o cannella; questi vanno chiusi, proprio come il cashmere, in sacchetti traspiranti.
Altra soluzione è quella di creare sempre dei sacchetti, ma con rametti di lavanda, rosmarino, cedro o chiodi di garofano, anch’essi perfetti per contrastare le tarme. Anche in questo caso risulta di primaria importanza che i sacchetti siano traspiranti e gli ingredienti incartati, così da non produrre spiacevoli inconvenienti a contatto con i tessuti. Il rischio, infatti, è quello di provocare spiacevoli macchie tutt’altro che semplici da mandare via e capaci di causare persino danni irreparabili. I sacchetti antitarme durano circa due o tre mesi: il tempo, appunto, del cambio stagione.
Nota conclusiva
Il cambio stagione rappresenta un’operazione spesso considerata di routine, abitudinaria, ma che è bene non prendere assolutamente alla leggera. Un discorso che vale soprattutto per la prevenzione dei possibili stati di deterioramento dei capi, come dimostra l’attenzione che è necessario riservare alle tarme. Ogni fase non è difficile da eseguire, ma presenta particolari peculiarità, ancora di più nel caso di un materiale pregiato come il cashmere. Un tessuto speciale che merita un cambio stagione all’altezza.